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LINGUAGGI PER CRESCERE

Le giornate di Cunevo:

linguaggi per crescere

Dal 20 al 21 novembre a Cunevo, in provincia di Trento, seminario di approfondimento sugli strumenti della Comunicazione Aumentativa Alternativa organizzato dalla cooperativa sociale GSH. In Trentino già molte le persone che li stanno utilizzando per migliorare la propria capacità di relazione con gli altri

 

Cunevo, 28 ottobre 2015 – Riuscire a comunicare con gli altri è un requisito fondamentale per crescere e sviluppare relazioni soddisfacenti con chi vive intorno a noi. Talvolta, a causa di patologie disabilitanti, non è così facile riuscire a esprimersi ed entrare in contatto diretto con le altre persone. Per rispondere a questi bisogni comunicativi complessi, che stanno avendo sempre più peso all’interno delle comunità locali, la cooperativa GSH ha messo in opera alcune soluzioni tecniche ed educative per favorire la comunicazione a chi vive specifiche difficoltà (come nel caso dell’autismo e delle disabilità cognitive/comunicative). Si tratta di strumenti, già sperimentati nel Centro socio educativo “Il Melograno” che la cooperativa ha creato a Cunevo in Trentino, che consentono di semplificare la comunicazione nelle persone che hanno difficoltà ad usare più canali comunicativi. Tecnicamente definitiva Comunicazione Aumentativa e Alternativa, non si limita a proporre nuove modalità comunicative ma, analizzando le competenze del soggetto, individua strategie per favorirne la comunicazione attraverso strumenti alternativi e tecnologia avanzata.

Per approfondire il tema e presentare le novità sperimentate in questo settore, la cooperativa GSH propone per il 20 e 21 novembre a Cunevo, presso la sala del Municipio, il seminario “Le giornate di Cunevo: Linguaggi per crescere”, ricolto in particolare ad insegnanti, educatori, famigliari, specialisti e a quanti siano interessati ad acquisire strumenti pratici e strategie generali per aiutare a comunicare chi ha difficoltà a farlo.

In particolare, durante le due giornate di Cunevo di quest’anno saranno presentati sistemi per dare supporto alla comunicazione narrativa, per raccontare e raccontarsi, come le “scatole narrative” e gli Inbook. Le prime rappresentano "un altro modo di leggere il libro", un modo alternativo che attira l'attenzione di tutti, grandi e piccoli, utili anche là dove ci sono difficoltà di attenzione e comprensione nella lettura. Nelle scatole narrative, scatole appositamente costruite per rappresentare una storia, si muovono personaggi oppure oggetti non troppo definiti, che lasciano spazio all’immaginazione e consentono di raccontare, incuriosire e stimolare l'interesse alla lettura. È uno strumento interattivo che aiuta anche nello sviluppo del linguaggio e nell'esposizione.

Secondo strumento di cui si parlerà nel corso di questa prima edizione delle “giornate di Cunevo”, gli Inbook sono libri illustrati con testo integralmente in simboli, secondo l’approccio del Centro Sovrazonale di CAA del Policlinico di Milano. Si tratta di un dispositivo pensato appositamente per chi ha bisogni comunicativi complessi perché consentono una modalità di lettura diversa da quella convenzionale. Le caratteristiche delle storie, la presenza dei simboli e l’indicazione (modeling) che ne viene fatta nel corso della lettura, sono elementi che sostengono l’attenzione condivisa e rendono più agevole seguire il racconto. Possono essere letti in autonomia, oppure ascoltati con la lettura ad alta voce, esperienza fondamentale per lo sviluppo emozionale, linguistico e cognitivo. Gli Inbook diventano così patrimonio di tutti gli utenti, non solo di quelli con disabilità della comunicazione, in quanto promuovono una cultura dell’inclusione, poiché il libro in simboli non è strumento che connota la disabilità ma opportunità che potenzia le possibilità d’accesso a tutti.

“Ci auguriamo – dice il presidente della cooperativa Michele Covi – di poter condividere l’utilizzo di questi strumenti avanzati di comunicazione con il maggior numero di persone, perché abbiamo potuto vederne ed apprezzarne l’efficacia nel lavoro che ogni giorno svolgiamo insieme a diverse persone di ogni età con bisogni comunicativi speciali che in questo modo riescono a ricevere ascolto e comprendere gli altri e il mondo in cui vivono”.

Sosta Invalidi ad Ancona

 Comune di Ancona

SOSTA PER INVALIDI

28 aprile 2015

 

Il contrassegno per invalidi è strettamente personale, viene rilasciato dal Comune di residenza ed ha validità su tutto il territorio nazionale ed europeo.
Può essere “Temporaneo“, avente validità temporale limitata e definita rinnovabile a seguito di nuova visita collegiale, o “Permanente” con validità quinquennale rinnovabile riconsegnando il tagliando scaduto con allegato un certificato medico che attesti il permanere della patologia che ha originato il primo rilascio.

Il contrassegno consente di:

  • §sostare in tutti i parcheggi per disabili;
  • §il transito e la sosta, purchè non costituisca intralcio al traffico, nel caso di sospensione o limitazione della circolazione per motivi di sicurezza pubblica, di pubblico interesse o per esigenze di carattere militare, ovvero quando siano stabiliti obblighi o divieti di carattere permanente o temporaneo, oppure quando sia vietata o limitata la sosta;
  • §il transito nelle corsie preferenziali a condizione che l’accesso alle stesse sia consentito, oltre che ai mezzi ditrasporto collettivo, anche ai taxi;
  • §sostare senza limitazioni di tempo nelle aree di parcheggio a tempo determinato;
  • §nel rispetto delle Ordinanze Sindacali

Il contrassegno non consente di sostare:

  • §nei parcheggi per disabili personalizzati e caratterizzati dal numero identificativo della concessione riportata nella segnaletica verticale, riservati ad altri titolari di contrassegno;
  • §negli spazi di fermata degli autobus;
  • §sugli attraversamenti pedonali;
  • §in corrispondenza dei passi carrabili;
  • §nelle zone di canalizzazione;
  • §se creano intralcio e pericolo alla circolazione.

Il contrassegno deve essere esposto in maniera ben visibile sul parabrezza del veicolo.

In caso di decesso il permesso deve essere restituito. Qualora non si dia seguito alla restituzione si applicheranno le previste sanzioni di legge.

Modalità per ottenere il servizio:

Occorre presentare domanda in carta semplice su apposito modulo al front office del Comando della Polizia Municipale, in via dell’Industria 5.
Il modulo della domanda è disponibile presso lo stesso ufficio.

La domanda dovrà poi essere integrata da foto tessera dell’avente diritto ed il titolare del contrassegno dovrà apporre sullo stesso firma in originale.

Requisiti:

Attestazione dell’Autorità Sanitaria rilasciata dal Servizio di Medicina legale dell’ASUR Marche 7 di Ancona in Via C.Colombo 106 – 071 870.5525

Costi:

Diritti di segreteria pari a Euro 0,26

Validità del documento erogato:

Il permesso rilasciato ha, di norma, una validità massima di 5 anni e può essere rinnovato.
Il rinnovo del permesso deve essere effettuato entro la scadenza ed avviene dietro pagamento del relativo importo su presentazione di:

  • §contrassegno già in possesso del richiedente;
  • §certificazione del proprio medico curante, che attesta che le condizioni di salute non sono variate

Tempi per la definizione della pratica:

5 giorni

Normativa di riferimento:

  • §Art. 188 del Codice della Strada;
  • §Art. 381 del Regolamento di Esecuzione del C.d.S.;
  • §D.P.R. 384/78 e successive modifiche o integrazioni.

 

Orari

lunedì mercoledì venerdì 8,30 – 12,30
martedì e giovedì 15,00 – 17,00
sabato 8,30 – 12.00

Telefoni:   0712223085    

Fax:  0712223083

E-mail: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.">This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

 

Basta dati di disabili on-line

Garante Privacy: basta dati di disabili on line sui siti delle regioni

 

Sono numerosi i casi per i quali l'Autorità è dovuta intervenire a tutela degli interessati facendo oscurare le pagine web istituzionali.

Con una nota del 25 settembre, il Garante della Privacy, sul sito istituzionale, comunica che il Presidente dell’Autorità, Antonello Soro, ha scritto al presidentedella Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Sergio Chiamparino, per richiamare l'attenzione della Conferenza sulla preoccupante prassi di pubblicare sui siti web degli enti pubblici atti e documenti contenenti dati personali non indispensabili di cittadini e dipendenti, spesso estremamente delicati come quelli riferiti alla salute, in particolare alla disabilità.

Sono numerosi ormai i casi per i quali l'Autorità Garante per la protezione dei dati personali è dovuta intervenire a tutela della riservatezza degli interessati facendo oscurare le pagine web istituzionali in cui erano presenti e sanzionando i responsabili.

Il Garante è stato chiamato più volte a pronunciarsi, in particolare, sulle graduatorie concorsuali o altri atti contenenti dati riferiti alle condizioni di invalidità di centinaia di lavoratori o partecipanti alle prove concorsuali.

Quei dati non solo erano visibili in rete, ma immediatamente reperibili tramite l'inserimento delle generalità degli interessati nei più comuni motori di ricerca.

In questi casi, il Garante ha vietato l'ulteriore diffusione in Internet di tali dati, ribadendo "l'illiceità della diffusione di dati dai cui si possa desumere lo stato di malattia, compreso qualsiasi riferimento alle condizioni di invalidità, disabilità o handicap fisici e/o psichici" e applicando le relative sanzioni, che possono arrivare fino a 120 mila euro.

Da ultimo, l’Autorità è dovuta nuovamente intervenire per vietare la diffusione on line da parte di una Regione e di un'Azienda sanitaria di dati riferiti alla condizione di disabilità dei partecipanti a concorsi e selezioni pubbliche.

Il Garante chiede, quindi, alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di valutare la possibilità di assumere specifiche iniziative affinché i trattamenti di dati effettuati da soggetti pubblici siano sempre rispettosi delle norme e delle garanzie previste in materia di tutela della riservatezza e del diritto alla protezione dei dati personali.

Fonte: Garante Privacy

 

ZTL SENTENZA

Veicolo transita in ZTL con a bordo disabile: la sanzione va annullata

Il Giudice di Pace di Bolzano, nella sentenza n. 47 del 3 febbraio 2015, ha messo in luce le esigenze sottostanti al trasporto dei disabili, titolari del relativo “contrassegno” o “permesso”, in rapporto con la normativa del C.d.S. che disciplina il divieto di transito nelle ZTL.

La ricorrente conduceva un’autovettura, con a bordo la propria figlia disabile, titolare di un permesso speciale per disabili rilasciato dal Comune di Bolzano, attraversando un’area ZTL del medesimo comune. In seguito, lo stesso Comune provvedeva a notificarle tre verbali per aver transitato nella ZTL nonostante il divieto, contestando la violazione dell’art. 7, commi 9 e 14, del Codice della Strada. Il primo verbale si riferiva all’entrata nell’area ZTL, il secondo all’uscita dalla stessa, il terzo ad un ulteriore accesso alla ZTL, avvenuto 4 giorni dopo rispetto al primo. L’art. 7 C.d.S., al comma 9, statuisce la facoltà dei comuni di delimitare le aree pedonali, le zone a traffico limitato e altre zone di rilevanza urbanistica, al comma 14 prevede che per la violazione del divieto di circolazione nelle corsie riservate ai mezzi pubblici di trasporto, nelle aree pedonali e nelle zone a traffico limitato la sanzione amministrativa è compresa tra Euro 81 ed Euro 326.

Va premesso che il Comune di Bolzano, con due ordinanze di poco precedenti alla realizzazione delle asserite trasgressioni, aveva stabilito l’obbligo, per gli automobilisti che avessero voluto transitare nelle aree ZTL, di comunicare preventivamente l’ingresso, ovvero di presentare la documentazione giustificativa nel termine di 48 ore dall’avvenuto transito. L’indicazione del contenuto delle ordinanze, nonché del numero di telefono a cui gli utenti dovevano rivolgersi per comunicare l’accesso alla ZTL, erano indicati su apposita segnaletica verticale posta in prossimità dei varchi delle aree in questione.

L’amministrazione opposta provvedeva ad annullare in autotutela una delle tre contestazioni e, all’atto di costituzione innanzi al Giudice di Pace adito dalla ricorrente eccepiva, peraltro, l’inammissibilità del ricorso, asserendo la sua unicità di fronte ad una duplice contestazione. Nel rigettare la spiegata eccezione, il Giudice ha rilevato che all’atto di iscrizione al ruolo l’opponente aveva provveduto a saldare il contributo unificato per entrambi i verbali impugnati, evidenziando, inoltre, la sussistenza della connessione di carattere sia soggettivo che oggettivo dei verbali medesimi.

Nel merito, il Giudice ha osservato che la violazione alle norme del C.d.S., oggetto delle elevate contestazioni, non fa riferimento ad alcun obbligo di comunicazione preventiva, ovvero successiva, alla circolazione nelle ZTL, bensì unicamente al materiale divieto di transito in dette aree. Ha rilevato, oltre a ciò, che la ricorrente non si è neppure resa inottemperante alla comunicazione preventiva o successiva, poiché era già autorizzata a circolare, avendo a bordo del proprio veicolo la figlia disabile titolare di permesso. In particolare il Giudice fa riferimento all’orientamento della Suprema Corte, espresso nella sentenza n. 719 del 2008, dove è stato chiarito che il permesso consente all’invalido di circolare sulle ZTL di tutto il territorio nazionale, con qualsiasi veicolo, “[…] con il solo onere di esporre il contrassegno, che denota la destinazione attuale dello stesso al suo servizio, senza necessità che lo stesso faccia riferimento alla targa del veicolo sul quale in concreto si trovi a viaggiare, e nessuna deroga alla previsione normativa risulta stabilita relativamente alle zone a traffico delimitato nei centri abitativi […]”.

Il Giudice di Pace ha quindi accolto il ricorso, con conseguente annullamento dei verbali di contestazione elevati dal Comune di Bolzano e condanna di quest’ultimo alle spese di lite.

(Altalex, 11 aprile 2015. Nota di Laura Biarella)

 

 

 

 

Disabili e Lavoro

DISABILI E LAVORO

Ci sono importanti novità che riguardano il rapporto tra i disabili e il lavoro nel “Jobs Act”, la riforma promossa e attuata dal governo di Matteo Renzi.

Facendo, infatti, riferimento al decreto legislativo inerente alle “disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità”, il governo ha deciso di attuare nuove misure che hanno come obiettivo la facilitazione dell’inserimento delle persone con disabilità nel mercato del lavoro.

Ecco, in sintesi, le novità:

              •        Fermo restando l’obbligo per le aziende di assumere lavoratori disabili nel caso in cui abbia tra i 15 e i 35 dipendenti, la differenza rispetto al passato sta nel fatto che il datore di lavoro adesso deve necessariamente avere alle proprie dipendenze lavoratori disabili, secondo le quote di categorie vigenti, e non soltanto quando deve procedere a nuove assunzioni. Lo stesso discorso vale per partiti, sindacati e associazioni senza scopo di lucro.

          •       Nel “conteggio” della quota dei disabili presente in un’azienda ci sarà anche chi, pur non essendo stato assunto mediante il collocamento obbligatorio, abbia avuto, nel corso del tempo, una riduzione della capacità lavorativa superiore al 60%, se fisica, o al 45%, se psichica. In pratica, nella malaugurata ipotesi che un lavoratore, assunto in condizioni “normali”, diventi disabile.

            •        I datori di lavoro privati potranno assumere lavoratori con disabilità attraverso la  chiamata nominativa, cioè è l’azienda che individua autonomamente la persona da inserire ma utilizzando sempre le apposite liste. Le imprese, quindi, non potranno assumere in maniera diretta.

           •        Resta la sanzione di 62,77 euro al giorno per le aziende che non rispettano l’obbligo delle assunzioni dei disabili. Al contempo, però, si aggiunge la corresponsione diretta e immediata dell’incentivo al datore di lavoro da parte dell’INPS con un conguaglio nelle denunce contributive mensili. Inoltre, sono previsti maggiori incentivi per l’assunzione dei disabili con una durata più lunga (fino a 5 anni) in caso di assunzione di persone con disabilità intellettiva e psichica.

Misure, quindi, che rappresentano senza dubbio un buon punto d’inizio per dare dignità lavorativa ai disabili italiani.

FONTE

Gian Piero Robbi

La Voce del trentino 5 ottobre 2015

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