Passeggiate Intelligenti
PASSEGGIATE INTELLIGENTI
L’11 maggio scorso il coordinamento delle Associazioni delle persone disabili del progetto A.re.A. di Ancona si è mobilitato per dimostrare agli aspiranti sindaco quante barriere, quanti ostacoli ci siano da superare per avere finalmente una città di tutti. (fonte Ancona today)
Davanti ai candidati in sedia a rotelle, salvo poche defezioni, Maria Pia Paolinelli, la Presidente della nostra sezione, ha guidato la teoria dei competitori in un lungo percorso che ha toccato negozi, farmacie, perfino studi medici inaccessibili, lungo salite e discese faticose, strade dissestate, buche pericolose, auto in sosta davanti ad uno scivolo.
In molte città vi sono state iniziative che hanno messo sulla sedia a rotelle gli amministratori, ma questa mi è sembrata particolarmente significativa, proprio perché, svolgendosi in prossimità delle elezioni, sottolinea l’impegno doveroso per gli amministratori di risolvere quelle situazioni discriminatorie. Il diritto alla mobilità è infatti centrale per qualsiasi processo di inclusione. Dalla scuola ai luoghi di lavoro, del tempo libero o della cura della propria persona, qualsiasi ambiente artificiale deve essere fruibile da tutti i cittadini e le amministrazioni locali hanno il compito principale di assicurare l’esigibilità di questo diritto.
Ma sappiamo tutti che questo non accade. Le scuse sono ormai obsolete: non ci sono i capitali necessari, l’Italia è uno splendido Paese i cui centri sono antichi, belli ma difficili per chi ha qualche disabilità. Scuse, sempre misere, logore scuse che esprimono la povertà culturale della nostra “società civile” e naturalmente di quella politica, che ne rispecchia i limiti evidenti.
"Un’esperienza salutare che dovevamo fare perché un normodotato non si rende conto di quanto la città sia ostile e inadeguata per i disabili” ; “Mi ha fatto capire che c’è un problema che fino ad oggi non è stato affrontato da nessuno” ; “Ti senti a disagio. Mi ha fatto riflettere quando ho fatto la rampa del Comune che stavo per cadere in avanti e ho messo un piede a protezione. Poi ho pensato che chi ha una disabilità quel piede non ce lo può mettere” ...
Queste le riflessioni di alcuni aspiranti sindaco alla fine del percorso, naturalmente stanchi e sudati, perché per essere disabili nelle nostre città e uscire di casa ci vuole veramente un fisico bestiale! ...e una pazienza infinita anche da chi ci accompagna!
Valeria Mancinelli (il sindaco poi eletto), dopo un faticoso giro attorno a Palazzo del Popolo, ha detto di avere compreso pienamente il messaggio, ma di dover lasciare l’insolita compagnia per impegni altrove.
Ad elezione conclusa è iniziato per il nuovo Consiglio comunale anconetano il dovere di rispondere agli impegni mentre le Associazioni hanno redatto il Progetto “Una città per tutti”.
Fra settembre e novembre si è lavorato sulla parte teorica da esporre agli studenti delle classi II, III e V dell'Istituto per Geometri attraverso un volantino e la proiezione di un breve filmato.
La fase successiva consiste nel giro approfondito della città affidato agli allievi di V che, insieme a tre geometri, verificheranno la presenza di barriere urbanistiche. Alla fine, sempre con il supporto di consulenti del Collegio dei Geometri e con la collaborazione dei professori, gli studenti elaboreranno un progetto per abbattere le barriere, progetto comprensivo dei costi da sostenere che verrà presentato come tesina all’esame di maturità e naturalmente al Comune di Ancona, il quale dovrà provvedere a rimuovere le barriere, con una programmazione da concordare con A.Re.A.
L’esempio di Ancona dimostra che, nonostante le infinite difficoltà, di fronte a diritti negati non ci si deve rassegnare. Dopo decenni di leggi che hanno segnato, almeno sulla carta, conquiste basilari per la cultura e la dignità di qualsiasi nazione, il rischio è infatti lo scoraggiamento di fronte all’ignoranza e all’ignavia di chi ha la responsabilità della mancata attuazione delle norme.
Non si è rassegnato, ad esempio, il Sindaco di Nuoro, e con lui il Vicesindaco e gli Assessori di quel Comune, che hanno tagliato del 20% le proprie indennità di carica per affrontare le spese necessarie al superamento delle barriere architettoniche, come protesta per i tagli agli Enti locali e per rispettare quanto previsto dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità che Nuoro, primo capoluogo di provincia italiano a farlo, nel 2010 aveva già adottato.
Quarantamila euro all’anno non saranno certamente sufficienti, ma costituiscono un inizio prezioso e importante, che porterà a vivere meglio tutti i cittadini, in un clima di inclusione, di solidarietà ed anche di maggiore occupazione. Per questo iniziative come quella anconetana, poco gradita da qualche bontempone di passaggio, dovrebbero invece diventare prassi dovunque, e assicurare gli amministratori che, indipendentemente dalla propensione politica, soltanto dal loro concreto operato verranno poi riconfermati oppure solennemente trombati dalle persone disabili e dalle loro famiglie, e dai loro amici, e da tutte le persone che hanno a cuore la cultura dei diritti.
L.F.
Fonte Rivista "Orizzonti Aperti" n. 2/2013
Requiem per un'Amica
REQUIEM PER UN’AMICA
Il 25 aprile scorso Daniela Cesarini ci ha lasciato: una scelta sua, di cui molto hanno parlato i giornali.
Daniela infatti non era una persona comune. La poliomielite l’aveva raggiunta poco dopo la nascita, a Jesi, paralizzandole le gambe, ma l’handicap non aveva fermato l’amore e la volontà dei suoi genitori.
Immersa pienamente nella sua città, Daniela si laureò in Economia e Commercio e vinse una borsa di studio in Statistica che per alcuni anni le permise una specializzazione ed un approfondimento non comuni.
Poi il lavoro in banca, per trentacinque anni, all’ufficio Studi, anni nei quali dalla sua carrozzina emanava una forza incredibile. A dispetto dell’handicap Daniela realizzava una vita di pieno successo, sentimentale con il matrimonio e la maternità, ed anche sociale con
la passione per l’attività politica, (dapprima nel Pci poi in Rifondazione Comunista), che la portò ad essere consigliere comunale e assessore ai Servizi sociali del suo comune.
Una donna forte, una cara amica, membro importante in ANIEP da sempre, consigliera del Direttivo nazionale, pronta a discutere i temi riguardanti l’handicap anche in vacanza, sulla spiaggia di Igea, quando, più abbronzata che mai, rideva e riposava al sole.
I giorni bui sono iniziati alcuni anni fa.
Nel 2008 si è spento il marito, dopo una lunga malattia, e Daniela è rimasta sola con Diego, suo figlio, un giovane bello e forte, un atleta che condivideva con lei la propensione
politica, uno studente che di lì a poco, terminati gli studi, avrebbe iniziato il difficile percorso alla ricerca di un lavoro.
La voce rauca e profonda di Daniela negli ultimi tempi era ulteriormente peggiorata, aveva quasi deciso di rinunciare a fumare, ma non aveva rinunciato a dare lezioni di matematica ai figli dei più poveri e degli immigrati, con quelle “Ripetizioni popolari” che lei stessa aveva organizzato nel suo circolo.
La tragedia arrivò a Capodanno e all’alba del primo gennaio di quest’anno Daniela è stata letteralmente massacrata dal dolore più grande che una donna possa incontrare. L’adorato, unico figlio era morto, a soli ventotto anni, così, all’improvviso, durante una
notte di festa, in mezzo ad amici che non hanno capito, che lo hanno portato in ospedale troppo tardi, mentre giornalisti rapaci e sprovveduti si sono avventati sulla notizia con illazioni gravi su un giovane la cui unica colpa era stata invece quella di morire solo. Dolore atroce e rivolta decisa. In un’unica ora. Daniela era esasperata e disperata quando si è scagliata contro le falsità per difendere almeno il ricordo del figlio, ed ha atteso con trepidazione atroce i risultati dell’autopsia, che le ha dato pienamente ragione, escludendo
qualsiasi presenza di droghe.
Il funerale di Diego, in uno stadio gremito dagli amici e dal popolo di Jesi non l’ha consolata ma l’ha resa libera, perché aveva assolto l’ultimo dovere che si sentiva di avere ancora verso la vita. Poi …
Al telefono, ancora una volta, mi sembrava molto provata ma forte; nessuno poteva immaginare che tutto si sarebbe spezzato così.
Il 25 aprile, il giorno della Liberazione che Daniela ha scelto proprio per il suo significato, in una clinica di Basilea, ha attuato il suicidio assistito, mandando ad alcuni amici un breve messaggio telefonico con la frase di una canzone di Guccini: “Ognuno vada dove vuole andare / ognuno invecchi come gli pare / ma non raccontare a me cos’è la libertà”.
Aveva 66 anni. Tutto preparato, tutto deciso.
Rispetto profondamente la sua scelta, ma la notizia non mi ha lasciato soltanto dolore e senso di abbandono, ma anche inquietudine e un vago senso di colpa. I giornali, che l’avevano tanto ferita, ancora una volta si sono occupati di Lei, che mi piace pensare
finalmente serena con i suoi cari.
Requiem per un’amica, nella preghiera verso un Dio che lei non ha sentito vicino e Padre consolatore.
Lia Fabbri
Fonte Rivista "Orizzonti Aperti" n.2/2013
ASSISTENTI ALLA SESSUALITA'
ASSISTENTI ALLA “SESSUALITA’ “ DEL DISABILE: UNA NUOVA PROFESSIONE
Post n°1825 pubblicato il 28 Novembre 2013 da DgVoice assistenza sessuale del disabile, associazione volontariato, Bologna, Disabilità, , web, web radio
Bologna riconosce un "comitato per la realizzazione di iniziative popolari per l'assistenza sessuale ai disabili".
Al via i lavori per il riconoscimento ufficiale di questa professione.
Con il sito assistenza sessuale.it Max Ulivieri, web designer affetto da una gravissima disabilità, da anni si batte per ottenere il riconoscimento professionale dell'assistente sessuale per disabili.
Ostico l'argomento è spesso visto con molti pregiudizi culturali che rendono la battaglia di Max opera per niente facile. Un primo importantissimo passo c'è stato, l'associazione da lui creata, è stata riconosciuta in qualità di "associazione di volontariato".
L'assistente sessuale per disabili è una figura esistente e riconosciuta in molti paesi europei: Olanda, Germania, Austria, Svizzera e Danimarca ne vedono riconosciuta la professionalità istituendo corsi di formazione con tanto di diploma. L'assistente partecipa a corsi di aggiornamento, deve seguire un codice etico, questa è una figura che esiste ed è serenamente accettata culturalmente.
Intervistato Ulivieri, alla domanda su cosa sia l'assistente sessuale risponde :" Le persone con disabilità possono vivere la sessualità come tutti gli altri. Tutti hanno questo diritto anche perché credo che vivere l'emozione che il corpo può dare faccia bene a tutti, anche a chi ha delle disabilità" e ancora " Ci sono disabilità che non consentono nemmeno l'autoerotismo e la conoscenza del proprio corpo. A volte un disabile non crede di poter vivere a pieno una vita sessuale, cosa che è capitata anche a me quando ero più giovane. Ma anche chi è disabile un corpo lo ha e a me piacerebbe che le persone possano vivere queste emozioni in qualche modo. Ecco, l'assistente sessuale dovrebbe occuparsi di questo"
L'assistente sessuale ha dunque il compito specifico di aiutare i disabili a vivere serenamente il rapporto con il proprio corpo. Alcuni disabili vivono tranquillamente storie d'amore e quindi sperimentano una regolare vita sessuale, ma altri non hanno mai avuto questa possibilità, è anche vero che molto dipende dalla definizione psicofisica della disabilità.
Tanti i pregiudizi e le difficoltà, l'associazione ha bisogno di un vero e proprio riconoscimento della professione a livello burocratico e giuridico. "Si potrebbe provare comunque a specializzare coloro che già si occupano di assistenza e cura, qualora lo desiderassero. Facile cadere nel tranello di credere che queste persone sfruttino il corpo della donna" continua Max " ma non è così. Per tanto tempo la sfera della sessualità è stata negata a priori ai disabili, ma questo non toglie che costoro abbiano un corpo che può dare e ricevere sensazioni, come viene fuori dal film "The Session" sicuramente sarebbe un modo per dare speranza aiutando psicologicamente coloro che il corpo lo vedono più come una sorta di condanna."
Attualmente c'è un progetto di legge di iniziativa popolare che stanno sostenendo alcune forze politiche, ma Max è consapevole di quanta strada bisognerà percorrere in tal senso.
Contrari o favorevoli all'iniziativa, credo che tutti abbiano il diritto di scegliere!
Pubblicato da Redazione radio DgVoice, Susanna.
Trasparenza e diritti
Mezzolani incontra una rappresentanza della campagna 'Trasparenza e diritti'
Giovedì mattina l’assessore alla sanità Almerino Mezzolani, alla presenza dei dirigenti regionali e dell’ASUR ha incontrato una rappresentanza della Campagna “Trasparenza e diritti”, il movimento che martedì scorso ha manifestato davanti la sede del Consiglio regionale in difesa dei diritti delle persone non autosufficienti.
Nell’occasione le organizzazioni avevano incontrato il presidente della giunta regionale Gian Mario Spacca. Nel corso dell’incontro di giovedì mattina, in risposta alle precise richieste avanzate dalle associazioni, l’assessore Mezzolani ha affermato che i contenuti delle delibere 1011 e 1195 non avranno efficacia fino all’entrata in vigore della nuova regolamentazione e che ciò verrà notificato attraverso comunicazione formale a tutti i soggetti interessati dai provvedimenti in questione.
La Regione ha inoltre assicurato la massima disponibilità a prendere in considerazione le richieste della Campagna e ad approfondire l’argomento con tutte e 16 le associazioni coinvolte, nei tavoli di consultazione istituiti con la delibera 1260 e già avviati.
Fonte Regione Marche 29/11/2013 |
Parcheggi a Lisbona
29/11/2013 21:14 | WELFARE - INTERNAZIONALE | Fonte: redattoresociale.it
''Torno subito'': i disabili si riprendono i parcheggi
I disabili si riprendono i parcheggi. E’ successo a Lisbona nei giorni scorsi, dove decine di carrozzine hanno occupato i parcheggi auto con le proprie carrozzine. Le sedie a rotelle sono rimaste nei posti auto per ore, sopra di esse ironici cartelli lasciati dai disabili: ‘Torno subito’ oppure ‘Soltanto un caffè e sarò di ritorno . Le stesse giustificazioni che utilizzano molti automobilisti indisciplinati che approfittano dei posti auto per disabili al fine di parcheggiare le loro macchine e sbrigare i loro comodi. Un atteggiamento incivile ma ormai consuetudinario, che fa irritare molte persone con handicap e che ha spinto i disabili portoghesi a mettere in scena una simbolica e originale protesta, organizzata dall’associazione Salvador e denominata “Prendi il tuo posto”. L’occupazione dei parcheggi è andata in scena in una zona di Lisbona molto frequentata, dove sono stati circa una sessantina i posti auto ‘invasi’ dalle carrozzine. Tanti gli automobilisti giunti sul posto e impossibilitati a parcheggiare a causa della protesta.
“L’occupazione dei parcheggi dei disabili da parte della auto private causa impropriamente un disagio enorme per le persone a mobilità ridotta, che sono costretti a cercare un altro spazio impiegando tantissimo tempo in più del previsto. Anche soltanto dieci minuti di occupazione abusiva di un parcheggio può sconvolgerci la giornata” ha detto al sito di informazione Expresso Salvador Mendes de Almeida, promotore della protesta e tetraplegico da quando ha avuto un incidente in moto nel 1998, a soli 16 anni. (js)