Un aiuto per entrare nelle ZTL
Si chiama Enable ed è uno schiaffo digitale alla burocrazia
MILANO- Si chiama H-Enable Ztl ed è una nuova app che semplifica gli spostamenti in macchina dei disabili. Per entrare nelle zone a traffico limitato in tutt’Italia, infatti, anche chi è in possesso del contrassegno personale, deve mandare una mail di richiesta all’ufficio comunale preposto e comunicare il proprio passaggio. Ma troppe volte l’indirizzo mail è introvabile sul sito dell’ente. E spesso cercare, scrivere e inviare la richiesta diventa un vero e proprio lavoro da pianificare in anticipo: «L’idea nasce da un’esigenza personale – spiega Ferdinando Acerbi , cofondatore e titolare di Henable Srl – dopo un incidente sono rimasto su una sedia a rotelle e ho iniziato a capire che ci sono tanti piccoli accorgimenti che potrebbero semplificare la vita a un disabile».
COMPILAZIONE AUTOMATICA-È proprio l'obbietivo di questa app che permette di comunicare il transito in tutte le zone a traffico limitato d’Italia. Come funziona? «Basta installarla, inserire i propri dati completi di foto, patente e contrassegno personale e il form della mail di richiesta verrà compilato in automatico una volta per tutte; ogni volta che si vorrà passare da una ztl non si dovrà far altro che scegliere regione, città e area, già mappate dalla app, inserire data, ora e targa e inviare la richiesta automaticamente». È possibile anche collegarsi a http://henable.me, inviando considerazioni, consigli e recapiti di eventuali comuni non ancora censiti o cambiamenti sul fronte ztl.
ALTRI PROGRAMMI IN ARRIVO-H-Enable ztl è in vendita su Apple store e presto sbarcherà su Android e Windows phone in abbonamento annuale al costo di 3 euro e 90. Questa è solo la prima di una serie di applicazioni che la società di Treviso si appresta a sviluppare: «Presto sarà disponibile anche H-Enable Park che faciliterà il pagamento dei parcheggi alle colonnine e una terza app che permetterà il pagamento via smartphone del carburante agli automatici: perché nessuno ha mai pensato che chi è in sedia a rotelle riesce a usare la pompa di benzina ma non a inserire i soldi nella cassa automatica, che è troppo alta».
Giulia Cimpanelli28 febbraio 2013 (modifica il 2 marzo 2013)
FONTE CORRIEREDELLASERA.IT
Perchè eliminare chi vigila sulle barriere?
E a Fermo si vuole eliminare chi vigila sulle barriere!
Appare decisamente una «scelta controcorrente», come sottolinea con amara ironia Gianni Conte, rappresentante dell’APM (Associazione Paraplegici delle Marche) e della Consulta Regionale per la Disabilità delle Marche, quella che vorrebbe attuare il Comune di Fermo, di eliminare cioè dalla propria Commissione Edilizia il rappresentante delle Associazioni, che vigila sulle barriere. Una scelta da bloccare rapidamente
«Il Consiglio Comunale di Fermo sta modificando il proprio Regolamento Edilizio, con la previsione di eliminare alcuni componenti della Commissione Edilizia, tra i quali il rappresentante delle Associazioni delle categorie di persone con disabilità, che vigilano sull’abbattimento delle barriere architettoniche».
La denuncia di tale scelta, definita con amara ironia «davvero controcorrente», proviene da Giovanni Conte, rappresentante dell’APM (Associazione Paraplegici delle Marche) e della Consulta Regionale per la Disabilità delle Marche, per il settore delle barriere architettoniche.
Lo stesso Conte ricorda poi che poco meno di un anno fa, nel giugno 2012 – come ampiamente riferito anche dal nostro giornale – era stato lo stesso Consiglio Regionale delle Marche, sollecitato dal Difensore Civico Regionale e da tutte le Associazioni di categoria «a deliberare un vero e proprio stato di emergenza generale, per il mancato abbattimento delle barriere e per le normative sempre più frequentemente disattese, nella stragrande maggioranza dei Comuni della Regione».
Nello specifico di Fermo, poi, «nemmeno questa città – secondo Conte – si può certo considerare esente da questo flagello o particolarmente virtuosa in tal senso. Anzi, proprio a causa delle caratteristiche territoriali e storico-architettoniche, le costruzioni private, gli edifici pubblici e gli spazi urbani in genere sono spesso inaccessibili e quasi sempre al limite o ben oltre il rispetto della normativa, tanto che nei suoi cinque anni di attività, il rappresentante delle Associazioni nella Commissione Edilizia ha dovuto scongiurare molte situazioni progettuali non conformi alla normativa, situazioni di chiara inaccessibilità che gli stessi tecnici comunali non sempre riescono a rilevare, data la specificità e la complessità della materia».
«Riteniamo quindi – conclude l’esponente dell’APM e della Consulta Regionale per la Disabilità – che sia un segnale molto negativo, da parte del Consiglio Comunale fermano, rinunciare a un esperto in tale materia, da inserire nella Commissione Edilizia, tanto più che va controcorrente anche rispetto a quella stessa Delibera con cui, nella primavera del 2012, la città marchigiana aveva deciso di aderire alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità».
L’auspicio di Conte è che si possa pertanto arrivare rapidamente a un confronto tra l’Amministrazione Comunale e i rappresentanti delle Associazioni, «prima che questa pessima scelta diventi un potenziale danno per gli utenti e per tutta la cittadinanza». (S.B.)
27 febbraio 2013
Ultimo aggiornamento: 28 febbraio 2013 12:19
Fonte Superando
Peba Articolo Carlino
Scivolo ideato da negozio Osimo
Con un pò di cultura, del buon senso e una giusta sensibilità sociale, con poco sforzo, si possono ottenere grossi risultati. (vedi link)
Scivolo ideato da negozio di Osimo
QUANDO LA CULTURA INCONTRA IL BUON SENSO E UNA GIUSTA SENSIBILITA’
Ogni tanto alla Redazione arrivano anche delle buone notizie.
Victoria Miler, una nostra socia residente in Osimo, da alcuni anni è costretta per i suoi spostamenti a servirsi della sedia a rotelle. E una donna dinamica che ama passeggiare, vedere le vetrine dei negozi e comprare le ultime novità. Poco tempo fa aveva deciso di fare acquisti nel negozio Carpisa di Corso Mazzini, ma alcuni gradini esterni le hanno impedito l’accesso.
Pierluigi Bambozzi, proprietario del negozio, resosi conto delle barriere architettoniche presenti nel suo esercizio, si è scusato con lei, promettendole di risolvere in tempi brevi il problema .
E così è stato perché ha realizzato a suo spese uno scivolo mobile, funzionale e sicuro, come si può vedere dalle foto allegate.
Ora Victoria può entrare a fare acquisti nel suo negozio.
Abbiamo deciso di raccontare questa storia perché in un mondo dove i disabili sono troppo spesso esclusi dalla vita sociale della loro città per colpa delle barriere architettoniche, incontrare una persona consapevole dell’importanza della loro inclusione ci fa ben sperare.
La Redazione
3 marzo 2013
PEBA NELLE MARCHE
Comunicato stampa
Ancona 23 febbraio 2013
Barriere architettoniche, i comuni sono “fuorilegge”
I sei comuni capoluogo di provincia delle Marche (Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro, Urbino) ammettono la propria latitanza e inadempienza in tema di adozione dei Piani Eliminazione delle Barriere Architettoniche, i PEBA, obbligatori per legge da ben 25 anni!
Al fine di attuare i dettami costituzionali per il rispetto dei diritti delle persone diversamente abili, lo Stato italiano nel corso di questi ultimi decenni ha emanato una serie di norme legislative atte a tutelare i diritti dei disabili. Per molte persone in condizioni di disabilità motoria ciò che ne limita i loro diritti è rappresentato prevalentemente dagli ostacoli di natura architettonica, le cosiddette barriere architettoniche che ne pregiudicano la loro mobilità e quindi la loro libertà di movimento in modo autonomo. Tra le varie leggi che lo stato italiano ha emanato in questi decenni a tutela dei disabili, è da segnalare la legge n° 41 del 1986, art. 32 comma 21, che obbliga tutte le pubbliche amministrazioni ad adottare il PEBA (piano di eliminazione delle barriere architettoniche). E’ da sottolineare inoltre come anche la stessa Regione Marche nella sua autonomia politico-amministrativa ha recepito questi precetti con la legge regionale n° 52 del 1990, la quale all’art. 5 così recita:
1. La giunta regionale provvede a disporre la revoca dei contributi e delle agevolazioni a carico del bilancio regionale ogni qualvolta sia accertata, successivamente all'entrata in vigore della legge 28 febbraio 1986, n. 41, la realizzazione di edifici ed opere in contrasto con le norme sull'abbattimento delle barriere architettoniche.
2. La giunta regionale provvede a richiedere alle amministrazioni comunali e provinciali copia dei piani di eliminazione delle barriere architettoniche degli edifici e delle opere in loro possesso, già esistenti alla data di entrata in vigore della legge 28 febbraio 1986, n. 41.
3. La giunta regionale provvede, ai sensi del comma 22 dell'articolo 32 della citata legge 41/1986, alla nomina dei commissari per l'adozione dei piani di eliminazione delle barriere architettoniche.
4. La giunta regionale presenta al consiglio per l'approvazione il piano di abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici regionali ad uso pubblico.
Il PEBA è uno strumento di pianificazione e programmazione urbanistica atto ad analizzare e individuare il grado di accessibilità presente a livello edilizio ed urbano con il rilievo delle barriere presenti e l’individuazione delle possibili soluzioni con stima di massima dei costi, configurando in tal modo la fase preliminare della progettazione dei lavori pubblici.
Per verificare se i sei comuni capoluogo di provincia delle Marche (Urbino, Pesaro, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno e Ancona) hanno adottato il PEBA, il 23 settembre 2012 è stata inviata a questi sei comuni una lettera per richiedere l’accesso agli atti (così come previsto dalla legge 241/90) per sapere se era stato adottato il PEBA ed eventualmente visionarlo. Ebbene tutti i sei comuni capoluogo di provincia, alcuni con molto ritardo violando le prescrizioni della legge 241/1990 sulla trasparenza amministrativa e solo dopo diversi solleciti inviati tramite l’ufficio del difensore civico regionale, hanno risposto dichiarato la loro totale inadempienza in tema di adozione dei PEBA.
Noi pretendiamo che i comuni della Regione Marche adottino i PEBA in base alle due seguenti motivazioni:
La prima motivazione è di ordine generale e di rispetto della legge, poiché in uno stato moderno e civile, deve esserci uno stato di diritto, dove lo Stato in primis inteso in senso lato comprendendo anche gli enti locali, deve rispettare la legge e le regole che egli stesso ha emanato, noi riteniamo che il rispetto di questa regola sia fondamentale per uno Stato democratico. Se non c’è, uno stato di diritto non ci sono diritti ma sopraffazioni, favori e privilegi.
La seconda motivazione riguarda specificatamente la difesa e il rispetto dei diritti delle persone diversamente abili, come prescritto innanzitutto dalla nostra Carta Costituzionale.
Art. 2: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,economica e sociale”;
Art. 3 “Tutti i cittadini hanno pari dignita' sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Noi crediamo che in un paese civile, come l’Italia si ritiene di essere, i diritti dei disabili oltre che essere difesi e sanciti dalle norme legislative devono essere tradotti in pratica e materialmente applicati attraverso politiche che attuino i dettami previsti dalla legge. Il rispetto di queste norme per la difesa dei diritti dei disabili, deve essere un obbligo morale per tutti, tanto più uno stato si occupa dei diritti dei più “deboli” tanto più sarà un paese civile, democratico e rispettoso dei diritti di tutti. La mancata applicazione dei diritti dei disabili lede la loro dignità, offende la loro persona e li fa sentire realmente diversi, emarginati e cittadini di serie B, questo è inaccettabile!
L’associazione Luca Coscioni, denuncia questa situazione di illegalità che viene dichiarata dagli stessi comuni e valuterà le ulteriori azioni da intraprendere in merito.
dr. Renato Biondini
segretario cellula di Ancona dell’associazione “Luca Coscioni”
e-mail This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
cell. 339 6035387
PS: L'ANIEP di Ancona collabora con l'Associazione "Luca Coscioni" per l'abbattimento delle barriere architettoniche e per il rispetto della legge sui Peba.
La Redazione